STAGIONE VENATORIA

Era proprio necessaria
la riapertura anticipata?

 

Dai primi giorni di settembre, per accontentare i cacciatori, in crisi di «astinenza», è ripresa la caccia in molte Regioni salvo laddove il Tar, accogliendo i ricorsi delle associazioni Ambientaliste e di Protezione Animale, l’abbia sospesa. Si tratta di un anticipo della stagione venatoria, limitata nelle modalità e nelle specie cacciabili.

Stagione venatoria. Riflessioni sull'apertura anticipataIn natura gli animali cacciano e si può assistere a scene crudeli quando gli animali cercano di procurarsi il cibo. È sopravvivenza.

Anche l’uomo cacciava per lo stesso motivo: uccidere per dar da mangiare ai propri simili, al clan, alla tribù, alla famiglia.

Poi si è «evoluto» ha incominciato ad allevare e a coltivare, procurandosi il cibo diversamente, relegando la caccia a semplice attività ludico sportiva.

Intorno alla cosiddetta stagione venatoria ci sono molti interessi economici. Si producono armi, munizioni, abbigliamento, accessori e, si sa, dove «gira» il denaro, «gira» anche il potere. I cacciatori diventano una lobby, potente e coesa.

La maggioranza dei cittadini contraria alla caccia

A nulla importa che la stragrande maggioranza dei cittadini sia contraria, che anche tra i cacciatori inizino defezioni e prese di coscienza. Si va avanti e sono tanti i politici che sostengono la caccia.

Non c’è bisogno di dire altro, si parta di tradizioni antiche e rurali. Si parla di autentica passione, amore per l’ambiente, protezione di attività, contenimento dei nocivi.

E pensare che l’unico animale veramente nocivo è l’uomo. Ha letteralmente distrutto il Pianeta, alterandone il perfetto equilibrio naturale, causando inquinamento ambientale con la estinzione di specie intere di fauna e flora.

Ma i cacciatori non ci stanno ad essere additati tra i colpevoli di quella che possiamo chiamare l’agonia del pianeta Terra.

Allora «ripopolano», cioè allevano animali in cattività per immetterli sul territorio per poi cacciarli. Peccato che queste creature non abbiano lo stesso istinto dei selvatici.

E non è che la pesca sportiva sia diversa. Pensate al dolore che può provare un pesce quando viene trascinato con un amo infilato nel palato, mentre cerca di opporsi alla cattura. Poi viene liberato, per essere di nuovo catturato.

Questi sono sport crudeli, ma del resto l’uomo mette in evidenza, ogni giorno di più, i suoi istinti bestiali a dispetto della sua presunta intelligenza.

Stupri e violenze su donne, bambini, anziani, animali, sono il frutto di rabbia, follia, depravazione di una «specie» che cerca di provocare la sua estinzione

Poi arriva il Covid-19, un piccolo esempio dei vari risultati ottenuti dalla manipolazione di natura, ecosistema e biodiversità.

Ma non finisce qui. Vogliamo parlare di industrie e attività «insalubri»?

Non ci sono solo il Covid-19, l’ebola e altre patologie infettive e virali a martoriare gli umani. Ci sono i tumori, le malattie cardiovascolari, quelle respiratorie, quelle delle attività cognitive, eccetera.

Tutto frutto delle incessanti attività umane ludiche o economiche che siano. Solo che non abbiamo il coraggio di riconoscerlo: la colpa è sempre di qualcun altro!

Ernesta Cambiotti

 

 

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