GUBBIO

Un convegno per il «No»
ai fumi del Css

In un convegno del 10 luglio Gubbio dice No ai fumi del Combustibile Solido Secondario

 

Il Covid non ferma gli eugubini desiderosi di capirne di più sul Combustibile Solido Secondario (Css) e sulla possibilità che venga bruciato nei cementifici. Il 10 luglio sono presenti circa 300 persone, ripartite tra l’ex-refettorio della Biblioteca Sperelliana di Gubbio, il chiostro di San Pietro, corridoi e strada, oltre a quelle che hanno seguito l’evento in diretta streaming.

Gubbio dice No ai fumi del Combustibile Solido Secondario nei cementifici del territorio«Fumi? No grazie – No Css: un nuovo patto per il futuro della città e per le nuove generazioni», questo è il titolo del convegno, a cui hanno partecipato studiosi di varie discipline e organizzato dai comitati per la tutela dell’ambiente già attivi sul territorio e dal comitato «No Css» nato proprio in seguito alla richiesta, presentata da parte dei due cementifici eugubini alla Regione Umbria, di bruciare il Combustibile Solido Secondario.

La giornalista Rai, Rossella Alimenti, è stata presente con il ruolo di moderatrice.

I 3 interventi dell’Isde Italia

Il primo interessantissimo intervento dopo i saluti dei Sindaci di Gubbio, di Sigillo e il consigliere regionale Fora, è stato quello del teologo, Padre Giuseppe Buffon, che ha parlato dell’Enciclica di Papa Francesco «Laudato si», sulla custodia del creato e la cura della casa comune.

Il secondo breve, ma non meno importante, è stato quello del geologo e divulgatore Mario Tozzi. Sono poi intervenuti il presidente nazionale dell’Associazione Medici per l’Ambiente (Isde Italia) Agostino Di Ciaula e Regionale Carlo Romagnoli.

Molto apprezzato, quanto esaustivo quello di Gianni Vantaggi, presidente Isde Perugia. Per il Wwf, attore importante nella battaglia per il No al Css a Gubbio, è intervenuto l’avv. Valeria Passeri. Per ultimo ha preso la parola il prof. Raniero Regni evidenziando tutto lo sconcerto degli eugubini che solo ora prendono atto di un dramma che era sotto gli occhi di tutti, eppure celato.

I 2 cementifici dell’area eugubina

E sì, perché gli eugubini sono proprio sfortunati: di cementifici ne hanno ben due.

Da decenni una quantità importante di sostanze potenzialmente nocive e cancerogene viene immessa ogni anno nell’aria della città di pietra con ricadute pesanti per l’ambiente e per la salute. Ma, a volte si preferisce pensare all’economia, al lavoro e non importa se una piccola fetta di popolazione può «condizionare» il destino di tanti, non importa se l’arricchimento di pochi, può portare a sostenere una spesa sanitaria che altrimenti si potrebbe risparmiare.

Non importa se tra le cause che conducono a vite spezzate ci possa essere anche l’inquinamento ambientale.

Le slide proiettate ieri sera al convegno non lasciano dubbi, i dati snocciolati dai medici dell’Isde fanno accapponare la pelle ed è chiaro che la nuova richiesta avanzata dagli imprenditori cementieri eugubini è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Gli «Alert» per l’aggiornamento dell’Aia

L’aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) ha suscitato una serie di «Alert» tra i soggetti più sensibili come ambientalisti e sanitari, ma anche tra una sostanziosa fetta della popolazione, soprattutto tra chi ha avuto in famiglia perdite di cari per malattie oncologiche, polmonari, cardiovascolari, ecc., o chi oggi sta combattendo con certe patologie non dimenticando quelle che riguardano i limiti cognitivi dei bambini.

Due cementifici, dunque, rischio doppio per Gubbio, ma in sostanza per tutta la Regione. L‘Umbria viene considerata il cuore verde d’Italia, ma questa definizione non risponde al vero. In diversi territori la cattiva gestione delle risorse ambientali ha fatto scempio di vite umane.

Dall’altra parte gli imprenditori, il lavoro… la minaccia «velata» di chiusura… le persone raggiunte per spiegare che il Css non è pericoloso, che i forni delle Cementerie non costituiscono pericolo…

Gubbio non si arrende

Allora approfondiamo, indaghiamo sulle cause delle anomalie riscontrate sul territorio in termini di salute e di inquinamento.

Questo è uno degli appuntamenti e delle iniziative finalizzate, dicono gli organizzatori, a «sensibilizzare la popolazione, far conoscere e prendere coscienza delle conseguenze che gravano già e graverebbero ancora di più sul nostro territorio».

Non finirà qui, i combustibili Pet coke e il Css sono serviti ad aprire una vera e propria «voragine» che avrà ripercussioni anche a livello politico, ma tant’è: il principio di precauzione, quando si parla di salute non è una «barzelletta».

La battaglia prosegue per il futuro di Gubbio e quello dei nostri figli. Altrimenti sarà la fine…. oltre i cementifici….

Ernesta Cambiotti

 

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