PAPA LEONE XIV

Robert Francis Provost
dopo Bergoglio e Ratzinger

Il Cardinale Robert Francis Provost è il nuovo Papa Leone XIV

 

L’8 maggio è stato eletto Papa il cardinale Robert Francis Provost, che ha scelto il nome di Leone XIV. Il Giubileo, la morte a Pasqua di Papa Francesco e l’attesa per la scelta del suo successore, hanno di nuovo posto Roma al centro dell’attenzione mondiale. Roma e la Chiesa Cattolica, giovane e antica allo stesso tempo.

Robert Francis Provost eletto Papa Leone XIV saluta la folla che lo acclama in piazza San PietroPer il successore di Papa Francesco si erano fatti diversi nomi, anche se era noto a tutti i commentatori l’antico e sempre valido detto che «chi entra Papa esce Cardinale». Ma nessuno si aspettava che la scelta sarebbe ricaduta su Robert Francis Provost. Personalmente, nemmeno io lo conoscevo. Meglio, sarà una splendida sorpresa.

Eppure qualche abbozzo di ciò che ha trasmesso, per ora, come anche di ciò che ha seminato precedentemente, prima che arrivi la lettura distorta dei media, e la faziosità, si può già intraprendere.

Sarà un Papa progressista o conservatore?

Questa, penso, è la dicotomia più abusata in ogni conclave. Ecco lui sembra essere un ottimo esempio di come debba porsi socialmente un cattolico, e come sono stati sempre tutti i Papi, al di là delle sfumature.

Ci sono spunti per considerarlo in un modo, come in un altro. Ma è la stessa dottrina sociale della Chiesa che è poliedrica, e allo stesso tempo unitaria, traendo linfa dalla stessa fonte; per cui non ci si dovrebbe assolutamente sorprendere.

Robert Francis Provost sui social media

Sorprende che il profilo o meglio i profili social dell’attuale Papa siano così accessibili. È stato sin troppo facile scorrere la timeline. Su Facebook si trova una sua simpaticissima foto su un cavallo montato con una coperta peruviana.

Su X ci sono opinioni personali, per lo più attraverso link o re-post, oltre ad un aggiornamento ecclesiale delle questioni che ritiene più importanti, come il cammino sinodale.

Belli anche i commenti social alla sua elezione, anche per l’indubbia somiglianza con Claudio Ranieri, l’allenatore della As Roma, che, unita all’indiscrezione sul suo tifo calcistico, lo hanno reso subito romanus.

Se c’è un tratto caratteristico, già presente nel suo discorso inaugurale, però, è il richiamo all’unità.

Unità diacronica, nel tempo, espressa nell’esplicita continuità rivendicata con i suoi predecessori, ma anche attraverso le culture, e questo proprio con la sua stessa persona.

L’eredità di Francesco e di Benedetto XVI

Il nuovo Papa Leone XIV si presenta alla folla con accanto il cardinale Piero ParolinLa memoria è andata subito a Papa Francesco, alla sua dipartita, avvenuta il giorno dopo la sua benedizione pasquale Urbi et Orbi benedizione reiterata con l’elezione di Leone, due settimane dopo) e al suo richiamo globale alla Pace.

Tanti i temi che lo accomunano con lui, come la tutela del creato, l’attenzione ai più fragili. Ma è anche il primo Papa appartenente all’ordine agostiniano, quando Agostino è il filosofo di riferimento di Benedetto XVI.

A Ratzinger lo accomuna il temperamento, mite e fermo, portato alla riflessione e alla speculazione (la prima omelia è indubbiamente ratzingeriana), che potrebbe apparire superficialmente distaccato.

Non c’è l’originalità di Bergoglio che da subito aveva rotto la distanza con quel suo «buonasera», ne quella presenza «scenica» (mi si perdoni), ma con lui certamente condivide la necessità di proseguire il cammino di una Chiesa in missione.

Interessante peraltro un articolo presente nel suo social in cui un cardinale spiega lo sviluppo della dottrina nell’Enciclica Amoris Letitiae, accusata di rottura con la tradizione di Giovanni Paolo II.

Idealmente avrebbe potuto farsi chiamare Benedetto Francesco I.

Un Papa statunitense o peruviano?

Robert Francis Provost da vescovo in visita pastorale nella diocesi di Chiclayo in PerúUn Papa americano, sì, ma di quali americhe? Forse complice l’aver seguito una diretta senza commento e non essere stato condizionato dai primi commenti giornalistici, sono rimasto stupito dalla notizia che era stato eletto il primo Papa statunitense.

La prima lingua che ha parlato dopo l’italiano è stato lo spagnolo, e ha ringraziato la propria diocesi in Perù. Peraltro, oltre ad aver fatto parte della Conferenza Episcopale peruviana come vice presidente, ha avuto la cittadinanza peruviana per naturalizzazione. Gli stessi tratti somatici lo avvicinano più ad un sudamericano, o ad un indiano/pachistano (meglio non fare favoritismi a proposito).

Eppure Donald Trump si è detto contentissimo per questa storica elezione di un Papa made in Usa, per cittadinanza di nascita, e questo fa piacere.

È giusto che ognuno senti il Papa parlargli personalmente e se l’origine nazionale può aiutare ben venga.

In realtà il Papa parla anche un perfetto inglese, la sua prima omelia è stata per metà in americano, quindi sarebbe anche ingiusto non riconoscere questa radice che fa sicuramente parte della sua identità.

Tra l’altro le origini dei suoi ascendenti sono anche francesi e italiane.

Papa Francesco avrebbe parlato di meticciato, si potrebbe dire unione di di diversi apporti.

Il post sull’ordo amoris

Stanno girando gli ultimi post di critica dell’interpretazione dell’ordo amoris fatta da J.D. Vance, ma sarebbe superficiale assimilarlo alla galassia dem, come hanno fatto purtroppo esponenti repubblicani.

Anzi, gira in rete la sua partecipazione alle primarie repubblicane (3 volte), ma pare abbia votato anche per le primarie democratiche (2 volte).

Questo non dice nulla, però, sulla sua affiliazione, nè sicuramente sulla sua intenzione di voto.

Le accuse di copertura dei pedofili

Dossier più caldo, quello del deficit di 70 milioni di euro del Vaticano, tanto che circolano presunte donazioni del presidente degli Statui Uniti, 14 milioni, offerti al funerale di Papa Francesco, per spingerlo.

In realtà, gli Usa sono da sempre i principali donatori, e pare che l’offerta sia stata spontaneamente ritirata perché Trump si aspettava una analoga donazione per la fondazione della first lady americana.

L’ipotesi di una donazione durante la sede vacante, e proprio al funerale, sembra comunque bizzarra, ma il fatto di prometterla e rifiutarla non sembrerebbe troppo peregrina visti i tagli effettuati all’Usaid, che in definitiva finanziava progetti umanitari nel mondo, ma era usato anche come soft power per influenzare e rovesciare i governi.

Puntuale come per Papa Francesco, è arrivata invece l’accusa di coprire i preti pedofili associati con il suo ordine.

La vicenda è intricata, e ci sono ovviamente molti elementi sconosciuti, ma si ammette che proprio Provost ha detto esplicitamente alle vittime di denunciare alle autorità civili. Per quanto riguarda il processo canonico, questo si è invece fermato in congregazione per la Fede, dove non era presente Provost.

Le prospettive del Pontificato

L’elezione di Leone XIV è avvenuta sotto molti segni: il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei, in cui è contenuta una preghiera per il Papa, e delle apparizioni di San Michele Arcangelo, la cui preghiera è stata scritta dal precedente  Papa Leone, XIII ,il Papa anche della dottrina sociale. Nel discorso inaugurale ci sono spunti che sembrano suggerire un richiamo a queste coincidenze.

A proposito di dottrina sociale, poi, è interessante scoprire che il Papa aveva ritwittato un messaggio in cui si evidenziava la causa di morte di Alfie Evans (il bambino soppresso con un’eutanasia decretata da un Tribunale UK) nella deriva della scienza, dello Stato e dei media.

Questo vuol dire articolare la proposta sociale cristiana cercando di individuare le storture del sistema. Un pensiero critico da apprezzare a prescindere.

Per quanto mi riguarda io credo che questo Papa unirà preghiera a impegno sociale, con una capacità di parlare al mondo unica. È infatti laureato in matematica in una prestigiosa università americana. Può veramente unire Fede e ragione per un pensiero responsabile e etico, ricco di misericordia.

In questo anno giubilare, ci sono buoni motivi per gioire.

Armando Mantuano

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