PUGILATO OLIMPICO

Gli arbitraggi scandalosi
oscurati dal caso Imane Khelif

Il rilievo mediatico della partecipazione tra le donne dell’algerina Imane Khelif, con i suoi molteplici risvolti, ha fatto passare in secondo piano gli arbitraggi scandalosi che hanno penalizzato alcuni dei migliori pugili italiani.

 

L’incontro di pugilato tra Angela Carini e Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi, ha fatto alzare i toni del dibattito sulle persone transgender. La questione, però, presenta molteplici risvolti, politici, sociali e sportivi.

Pugilato Olimpico. L'italiana Angela Carini dopo il ritiro nell'incontro con Imane KhelifL’intersecarsi del piano politico e di quello sportivo ha portato come risultato l’abbandono della pugile italiana. Infatti, una volta che è stata evidenziata la differenza biologica e costitutiva con la sua avversaria si è prodotto un inevitabile condizionamento della prestazione sportiva della nostra atleta.

Come insegna l’arte della guerra (Sun Tzu), si può perdere prima ancora di entrare nel campo di battaglia. Questo sembrerebbe proprio quanto successo durante l’incontro di pugilato olimpico femminile tra la nostra atleta e Imane Khelif.

Il risvolto politico

Sul piano politico la questione è stata cavalcata in due direzioni. Quella di una inclusività, a scapito, però, della parità delle armi, uno dei capisaldi dei principi olimpici moderni.

Dall’altro, una strumentalizzazione della competizione, fenomeno certamente non nuovo. Nello specifico si è cercato di fare opposizione sulla cosiddetta teoria gender, ossia il modello di identificazione fluida del maschile e del femminile, indipendentemente da dato di natura.

Fare di questo episodio sportivo una bandiera ha prodotto il risultato di dare il là ad una strumentalizzazione di segno opposto, per questioni, in realtà, differenti, che, se ridotte a slogan, rischiano solo di alimentare confusione, magari funzionale alle agende politiche che si vorrebbero combattere.

L’aspetto sociale

La questione che interessa l’atleta algerina, e anche un’altra atleta pugile taiwanese, è infatti completamente diversa. Non si tratta di persone nate con caratteri biologici univocamente attribuibili ad un genere, che poi, con un percorso di transizione artificiale, attraverso l’assunzione di ormoni e operazioni chirurgiche, hanno modificato.

Si tratta, invece, di persone nate con una disfunzione riferita alla dimorfia sessuale, per cui presentano caratteri esterni, spesso atrofizzati, non corrispondenti al cromosoma di genere.

Con riguardo all’atleta algerina, sembra che questa sia affetta da iperandroginismo con notevole produzione di testosterone.

L’identificazione del (naturale) genere prevalente, considerando tutti i caratteri (genetici, biologici e fisiologoci), ha portato all’attribuzione del femminile per l’atleta algerina, dalla nascita, Contestare la sua appartenenza a tale sesso, quindi, non fa che violare la corrispondenza naturale di genere e non una fantomatica percezione di questo (come vorrebbero far intendere le associazioni trans/gay/lesbiche).

Le regole sportive

Pugilato. L'atleta italiano Aziz Abbes Mouhiidine penalizzata da un arbitraggio scandaloso alle Olimpiadi di ParigiLe regole del Comitato olimpico internazionale (Cio), differiscono dalla Federazione pugilistica internazionale (Iba), che aveva escluso l’atleta algerina dai mondiali. Oltre a differire per gli standard di controllo (il Cio esclude investigazioni invasive, concentrandosi sui livelli di testosterone, un criterio comunque criticabile perché aleatorio) sembra, però, che ci siano due narrazioni opposte riguardo la pugile.

Il Cio conferma che questa è nata donna in Algeria e ha sempre avuto il passaporto algerino, mentre l’Iba riferisce che, attraverso un test, di cui però non sono stati resi noti i risultati, la pugile è stata squalificata.

Il presidente dell’Iba — che ha perso l’affiliazione al Comitato olimpico a causa di episodi di corruzione — avrebbe dichiarato che con quei test (fatti nel 2023) si sarebbero individuati alcuni cromosomi xy nell’atleta, una circostanza che contrasterebbe con una squalifica comminata già nel 2022, a seguito di precedenti test.

Si deve però considerare che Umar Kremlev — l’oligarca russo a capo della federazione pugilistica sponsorizzata da Gazprom — si è contrapposto in più di un’occasione al Comitato olimpico e ha criticato Parigi 2024.

Le Olimpiadi in corso rappresenterebbero la sodomia, diretta conseguenza dell’abbandono in occidente dei valori tradizionali, come sostiene la più trita retorica di Vladimir Putin.

Dopo l’incontro con Imane Khelif, l’Ibo ha offerto 100mila euro ad Angela Carini per il suo ritiro politicamente strumentalizzabile. La somma è prontamente rifiutata dalla pugile italiana e dai suoi allenatori. Fra l’altro l’Italia ha scelto di aderire (il 26 luglio scorso) ad un’altra organizzazione pugilistica che si affilierà al Cio, la World boxing.

Gli scandali arbitrali

Irma Testa, la Pesi Leggeri italiana sconfitta dall'arbitro alle Olimpiadi di ParigiIndividuata la complessità della questione, oltre alla questione del ritiro, che a prescindere dai criteri di ingaggio nelle gare di pugilato femminile, non permette giustificazioni, rimane il problema dell’incompetenza degli arbitri del pugilato olimpico non provenienti da federazioni specializzate.

La gloria italiana del pugilato Patrizio Oliva ha ammesso come il livello arbitrale sia scaduto dopo l’esclusione dell’Ibo e la gestione diretta del Cio.

Ne hanno fatto le spese, purtroppo, le nostre punte di diamante, di caratura mondiale, Aziz Abbes Mouhiidine e Irma Testa, eliminati ai primi turni con controverse decisioni, tanto da far parlare di scippo il Presidente della Federazione Pugilistica italiana.

Ecco un altro effetto negativo della sovra esposizione mediatica di una questione non assimilabile a slogan politici: l’oscuramento di più evidenti e clamorose ingiustizie arbitrali.

Armando Mantuano

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