MEDJUGORJE

Culto e pellegrinaggi
alla Regina della Pace

La Congregazione della Dottrina della Fede ha autorizzato il culto e il pellegrinaggio a Medjugorje, il piccolo, ma significativo, paesino della Bosnia.

 

Nel suo recente pronunciamento la Congregazione della Dottrina della Fede autorizza il culto e il pellegrinaggio a Medjugorje, il piccolo, ma significativo, paesino della Bosnia.

Si promuove una devozione teocentrica focalizzata sull’incontro con Gesù e sul titolo di Regina della Pace di Maria nella sua intercessione materna.

Un titolo opportuno oggi, probabilmente un segno dei tempi, molto più significativo dello scrutare il futuro che accompagna spesso i fenomeni delle apparizioni, dei messaggi, delle «profezie» private.

La valutazione delle «apparizioni»

La Madonna della Pace di MedjugorjeSe è interessante il tema anche per i non cattolici è per le ricadute sociali che il fenomeno riveste, aspetto non secondario preso in considerazione dalla Congregazione competente per la valutazione delle apparizioni.

C’è da chiarire che per la dottrina cattolica le apparizioni, rivelazioni, messaggi privati non aggiungono niente alla fede cattolica, ma si pongono nell’alveo delle pie devozioni in grado di arricchire l’esperienza spirituale dei fedeli, dirigendoli verso l’essenziale: l’incontro con Gesù.

Tuttavia, soprattutto il piccolo paesino della Bosnia, è diventato un catalizzatore di vita nuova in cui si mescolano però, come tutti i fenomeni umani, interessi e deviazioni. La percezione personale del fenomeno Medjugorje, infatti, corre il rischio di essere totalizzante a tal punto da condizionare la stessa fede e percezione della Chiesa.

Le nuove norme per Medjugorje

Di fronte a questo rischio, reso più acuto dal prolungarsi delle apparizioni e dall’attesa della conclusione delle stesse, con i segni che dovrebbero accompagnarla, la Chiesa ha operato un prudente criterio che evita la polarizzazione vero/falso riguardo l’autenticità, per concentrarsi su ciò che rimane essenziale, ossia i frutti spirituali.

Le nuove norme indicano 6 gradi di promozione/dissuasione:

  • la dichiarazione di non soprannaturalità;
  • la proibizione nonostante alcuni elementi positivi, non decisivi di fronte ai rischi;
  • sotto mandato, quando l’esperienza possiede frutti, ma c’è il rischio di strumentalizzazione da parte di alcune persone;
  • da curare, il Vescovo, nonostante l’ampia diffusione del fenomeno e la sua positività, di fronte a aspetti critici, non lo promuove e cerca di orientale il popolo di Dio;
  • nonostante i segni positivi alcuni elementi portano confusione (come alcuni messaggi) e necessitano di un chiarimento;
  • nulla osta ad un culto pubblico.

Quest’ultima definizione non è un’attestazione di soprannaturalità, eventualmente affidata al Pontefice, ma comporta la promozione del luogo e di pellegrinaggi. E proprio tale definizione è stata scelta per indicare il fenomeno di Medjugorje.

I frutti spirituali della devozione

I grandi ed evidenti frutti spirituali, conversioni, confessioni, vocazioni, centralità di Dio nella propria vita nei messaggi, hanno condotto a promuovere la devozione che si è radicata a Medjugorjie, allo stesso tempo sono stati messi in guardia i fedeli dal fare dei veggenti il centro della proposta di quel luogo, dal focalizzarsi troppo sulla veridicità o no dei messaggi e dall’assumere un atteggiamento catastrofista e punitivo rispetto al resto del mondo.

Se è infatti vero che quel luogo è diventato un oasi spirituale, e anche economicamente più florida, rispetto a ciò che c’è intorno, ma anche a molti luoghi in Occidente, il rischio è quello di credere che il legame con detta devozione identifichi con un’auto percepita «purezza», di fronte a quelli «di fuori» che potrebbero essere anche gli altri fedeli.

L’ultimo pronunciamento evita proprio questo rischio, autorizzando una devozione prudente e ben orientata, al di là della persuasione personale di fronte al fenomeno, consapevoli che in questa sono radicati dei frutti evidenti.

La Regina della Pace

In realtà, proprio il titolo di Regina della Pace è il miglior antidoto ad una deviazione di questo tipo.

Il contesto in cui si sono sviluppate le prime apparizioni (che una commissione promossa da Benedetto XVI e guidata dal Cardinal Ruini aveva ritenute veritiere) è quello delle guerre nell’ex Jugoslavia dilaniata da aspirazioni etno-religiose le cui dinamiche non si sono mai interrotte, in realtà, e il cui dispiegamento aiuta a decodificare gli eventi odierni.

La piccola cittadina della Bosnia è quindi chiamata ad esser la calamita di una Pace attiva fondata sulla solidarietà umana, non certo il rifugio di pochi eletti.

Peraltro, come più di un commentatore ha anticipato, la promozione di pellegrinaggi e del culto suppone la prossima costruzione di un Santuario e la promozione della festa della Regina della Pace (magari il 25 giugno, Anniversario delle apparizioni).

Non sembra questo pronunciamento distaccarsi troppo dalle approvazioni anteriori: infatti, i messaggi sono promossi, la soprannaturalità degli stessi, pur non esplicitata rimane nel significato in linea col Vangelo. Insomma, si è cercato di distinguere l’essenziale, evitando che una pronuncia di soprannaturalità si prospetti «vincolante» per i fedeli come viene percepito comunemente, in effetti.

Anche poi per evitare un fenomeno studiato, e ancora dibattuto, tra gli psicologi, che viene chiamato delle «profezie che si autorealizzano».

I segni dei tempi

Come già premesso, l’importanza di focalizzarsi sui messaggi della Regina della Pace risiede nel grave momento che stiamo affrontando, senza cedere alla tentazione che già veniva stigmatizzata dal monaco trappista Thomas Merton: «Quando il mondo è nella massima confusione, i visionari diventano oracoli. Il panico, come ogni altra passione, acceca l’intelligenza dell’uomo, ed egli è felice di rifugiarsi da tutto ciò che lo confonde dandone un’interpretazione ‘soprannaturale’».

È infatti iniziata una nuova guerra, proprio in Libano, paese a maggioranza cristiana che paga l’espansionismo israeliano effetto della prima e causa anche del radicamento sciita nei campi profughi libanesi.

Nel primo giorno, nell’indifferenza globale più di 500 morti nel tentativo di uccidere un dirigente di Hezbollah (senza successo). Abbandonata la più mirata (ma non troppo) strategia di guerra ibrida (i dispositivi tecnologici esplosivi), sono state bombardate le zone residenziali, perpetrando lo stesso crimine segnalato in un rapporto di una Commissione d’inchiesta sull’invasione del Libano datata 23 novembre 2006 (par. n. 153) che indicava come dare due ore di preavviso comportasse più vittime colpite mentre fuggivano, oltre a portare terrore psicologico e caos.

Maria è speciale protettrice del Libano dove viene venerata con una Santuario dal titolo Nostra Signora del Libano.

Ma c’è un altro importante evento da tenere in considerazione, che verrà compiuto proprio vicino alla cittadina di Medjugorje, la creazione di un microstato sciita di declinazione sufi, sul modello del Vaticano, sorgerà proprio in Albania.

Lo Stato sovrano dell’ordine Bektashi molto permissivo non imporrà alcuna regola di prassi religiosa, come proibizione di bere alcool, o di vestiario alle donne.

Per chi è chiamato, e sente la chiamata, non potendo certo dirigere gli eventi mondiali e la vasta portata distruttiva di questi, è ora della preghiera.

Armando Mantuano

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