Il giuramento di Donald Trump come 47° Presidente degli Stati Uniti, porta con sè molti temi di discussione, che ci sarà tempo di approfondire. Primo fra tutti il possibile ruolo privilegiato dell’Italia come cerniera tra Usa e Ue annunciato dalla presenza di Giorgia Meloni come unica leader europea. Per ora godiamoci l’estetica della cerimonia.
Un primo aspetto da sottolineare nella retorica del discorso di insediamento sono i ripetuti riferimenti alla libertà di parola e ai tentativi di porre fine alla sua vita e alla sua libertà — manovre non riuscite perché Trump sarebbe «stato salvato da Dio per rendere l’America di nuovo grande» — e al destino manifesto che l’uomo in questo momento più potente del mondo attribuisce al suo Paese.
Gli ordini esecutivi di Trump
Il secondo aspetto è l’elenco degli ordini esecutivi che Trump ha annunciato di volere firmare subito dopo il giuramento, fra i quali:
- La sospensione per 90 giorni del bando a Tik Tok dal territorio americano.
- I rimpatri degli immigrati clandestini
- La dichiarazione di emergenza nazionale al confine meridionale con il respingimento alla frontiera
- Il cambiamento di nome del «Golfo del Messico» in «Golfo d’America».
- L’istituzione del dipartimento per l’efficienza governativa con Elon Musk come Presidente, necessario per controllare i finanziamenti di Ong e gli aiuti esteri.
- Il ritiro degli Usa dall’accordo sul clima di Parigi.
- Il ritiro dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
- La qualifica di attività terroristiche ai cartelli messicani con la possibilità di inviare l’esercito per combatterli.
- La cancellazione dell’ordine esecutivo di Biden che aveva rimosso Cuba dai paesi sponsor del terrorismo.
- La cancellazione di tutti i programmi «inclusivi» e la specificazione che esistono solo il genere maschile e femminile.
La tregua a Gaza
In un altro quadrante del pianeta, ma contiguo alle politiche americane, si possono osservare le immagini dello scambio di prigionieri che hanno posto una tregua nella guerra di Gaza.
Le immagini, per ora, mostrano il fallimento della risposta israeliana alla cattura degli ostaggi il 7 ottobre 2023.
Ci sarà tempo per commentare, anche perché c’è chi parla di promesse di Trump di far riprendere la guerra dopo le fatidiche sei settimane, anche se il ruolo che il Presidente eletto avrebbe svolto è stato quello di persuadere in maniera energica l’alleato israeliano ad accettare la tregua nonostante le resistenze di membri dell’esecutivo.
Si registra, comunque, da parte delle Forze di difesa Israeliane, nei propri social, un tono sarcastico fuori luogo rispetto a tematiche sensibili, come gli effetti dei bombardamenti sui bambini palestinesi o gli ospedali come obiettivi.
Un’affettata esibizione di superiorità morale e di sicurezza che suscita non poche perplessità.
Anche quella sarà una pagina da riguardare con la lente.
Gli ultimi atti di Biden
Dal lato del Presidente uscente, invece, non si possono non notare i perdoni preventivi alla propria famiglia, in aggiunta al condono penale per suo figlio Hunter Biden, e il perdono in via preventiva per Antony Fauci.
Graziati da Joe Biden anche i membri della Commissione sull’assalto al Capitol Hill e l’ex Capo di Stato Maggiore Congiunto della precedente amministrazione Trump Mark Milley che aveva definito il Tycoon «La persona più pericolosa di sempre», dichiarando che «aveva inizialmente dei sospetti riguardanti il suo declino cognitivo, ma ora realizzo che è totalmente fascista. È la persona più pericolosa in questo Paese, un fascista nel cuore».
L’estetica della cerimonia
Come detto ci sarà tempo per commentare anche questi atti, specialmente il perdono per Antony Fauci, dopo l’accusa di aver finanziato esperimenti nel laboratorio di Wuhan, ossia il posto che la Commissione di inchiesta Usa sulla risposta al Covid19 reputa il luogo più probabile di origine dei focolai del contagio.
Partiamo dal Vice Presidente: J.D. Vance ha giurato sulla Bibbia della sua nonna, tenuta dalla propria moglie e in compagnia dei figli piccolissimi, introdotti dai marines al momento dell’assunzione della responsabilità istituzionale.
Un momento anche colorato che riporta al mittente quella retorica sul pericolo del suprematismo bianco, infatti la moglie di Vance è di origine indiana.
Mentre Trump ha parlato di politiche color blind, ossia considerando irrilevante il colore della pelle.
Per quanto riguarda, invece, il giuramento del neo presidente, bisogna notare come non abbia messo la mano sulla Bibbia di famiglia insieme a quella di Abramo Lincoln che avevano fatto poco tempo prima il loro ingresso trionfale.
I continui riferimenti del nuovo Presidente a Dio hanno eletto la Bibbia a grande protagonista mediatico della cerimonia.
L’intervento dei ministri cristiani suggerisce poi come il richiamo religioso sia parte integrante della politica Usa, una concezione che, in Europa, facciamo fatica a digerire.
Non sempre, però, si è rispettata la tradizione che, tra l’altro, all’inizio prevedeva il bacio della Bibbia dopo il giuramento, invece della mano sinistra durante questo.
John Quincy Adams, ad esempio, ha giurato su un libro di diritto costituzionale, mentre T. Roosevelt senza alcun libro.
Altri fatti curiosi: Lyndon Johnson giurò su un messale cattolico non avendo trovato una Bibbia e Washington, invece, baciò una Bibbia appartenente ad una loggia massonica, non trovando più quella che si era portato.
La location del giuramento
Coincidenza ha voluto che, per il freddo, si scegliesse la Rotonda del Capitol Hill, la rotonda antistante il Campidoglio, luogo dell’assalto del 6 gennaio 2021.
Pochi sanno che «L’apoteosi di Washington» che decora la cupola è opera del «nostro» Constantino Brumidi. Ancora meno persone, però, sanno cosa ha fatto il cosiddetto Michelangelo americano a Roma. C’è infatti una piccola cappellina proprio vicino alla Basilica dei 12 Apostoli, in un’insenatura di Piazza Venezia.
L’immagine che qui viene venerata ha il titolo «Maria causa della nostra gioia» e quel luogo è il più piccolo Santuario mariano al mondo. Chiamato anche della Madonna dell’archetto ospita un’immagine ritenuta miracolosa.
Gli occhi di Maria
Vogliamo concludere l’articolo con una suggestione offerta dalla cerimonia di insediamento , che ne richiama altre di cui ci siamo occupati in relazione all’attentato subito da Donald Trump nel luglio scorso.
La storia della devozione è raccontata nel preziosissimo libro Gli occhi di Maria, scritto da Rino Cammilleri e Vittorio Messori.
Il miracolo, o i miracoli, riguardano proprio il movimento inspiegabile degli occhi di alcune icone mariane nelle edicole sacre di Roma e una nelle Marche. Movimento che viene osservato anche dal celebre architetto Giuseppe Valadier.
Ne Gli occhi di Maria si legge: «Gli affreschi interni vennero eseguiti dal romano Costantino Brumidi, altro personaggio degno di nota: lo conoscono molto bene gli americani, per i quali impiegò venticinque anni ad affrescare il Campidoglio di Washington. Le sue pitture ricoprono i quattrocento metri quadri di pareti del Congresso. Lì lo chiamano ancora ‘il Michelangelo del Capitol’».
Altra nota: il 20 gennaio, ossia nel giorno del giuramento di Trump, si commemora l’apparizione a Sant’Andrea delle Fratte, a Roma, della cosiddetta Madonna del Miracolo, evento che portò alla conversione di Alfonso (poi anche Maria) Ratisbonne, ateo di famiglia ebraica.
Armando Mantuano