Non è più solo una questione clinica: il tumore al seno, la neoplasia più frequente tra le donne italiane, è diventato un tema che attraversa la medicina, la cultura, la politica e la coscienza collettiva.
Se un tempo la diagnosi rappresentava l’inizio di una lunga e dolorosa incertezza, oggi in molti casi è anche l’inizio di una seconda possibilità. Una possibilità che nasce dalla diagnosi precoce, dalle cure mirate e da una crescente consapevolezza pubblica.
Nel nostro Paese si registrano ogni anno circa 55mila nuovi casi di tumore alla mammella, con una tendenza ancora in leggero aumento, anche a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Si stima che una donna su otto svilupperà questa patologia nel corso della propria vita.
Negli ultimi anni, l’idea che tutte le pazienti debbano seguire lo stesso percorso terapeutico è ormai superata. L’esperienza del tumore al seno non si esaurisce nelle terapie. Tocca il corpo, ma soprattutto la mente. La perdita dei capelli, le cicatrici, la stanchezza cronica: ogni aspetto della malattia lascia un segno. Così sempre più ospedali integrano nel loro team psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti e persino consulenti di bellezza oncologica.
Ci sono fattori che aumentano il rischio di tumore al seno sono non modificabili, come l’età o la predisposizione genetica. Ma ci sono fattori su cui si può agire: regolare attività fisica, BMI, riduzione del consumo di alcol, sedentarietà. La prevenzione non è solo un gesto isolato, ma un percorso fatto di scelte quotidiane, controlli regolari e conoscenze del proprio corpo. La diagnosi precoce è la prima e più efficace arma per ridurre la mortalità.
L’importanza dello screening mammario
In Italia, il Servizio Sanitario Nazionale offre gratuitamente la mammografia ogni due anni alle donne tra i 50 e i 69 anni, con alcune Regioni che hanno ampliato il programma fino ai 74 anni e, in alcuni casi, includendo le donne tra i 45 e i 49 anni.
Secondo i dati dell’istituto superiore di Sanità, lo screening riduce la mortalità per tumore al seno del 25-30% nelle donne che vi aderiscono regolarmente.
Accanto alla mammografia, strumenti come l’ecografia mammaria, la risonanza magnetica (per casi a rischio ereditario elevato) e la biopsia (per la conferma istologica) completano il quadro diagnostico. L’autopalpazione, pur non sostituendo gli esami clinici, rimane un utile gesto di consapevolezza individuale.
Ottobre Rosa e Race For The Cure
Ottobre rosa, il mese internazionale per la prevenzione del tumore al seno, è ogni anno un momento simbolico per ricordare che, insieme, si può fare la differenza. Ma la prevenzione è un impegno di tutti, 365 giorni l’anno.
Race For The Cure è un evento internazionale che rappresenta una delle manifestazioni più significative per la lotta contro i tumori al seno. Ideatrice dell’iniziativa è la Susan G. Komen Italia, un’organizzazione, basata sul volontariato, che ha tra i suoi obbiettivi quello di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della prevenzione e, grazie alla sua raccolta fondi, permette la ricerca e l’assistenza alle donne colpite dalla malattia.
La manifestazione si svolge solitamente a inizio estate e prevede un mix di corsa (5 km) e camminata non competitiva (di solito 2-3 km), così che tutti, dai corridori professionisti ai bambini, possano partecipare.
Partecipare alla Race for the Cure non significa solo correre o camminare: significa sostenere chi sta combattendo, ricordare chi non ce l’ha fatta, ma soprattutto sensibilizzare alla prevenzione. Il fiocco rosa, simbolo internazionale della lotta contro il tumore al seno, è il segno distintivo di questo evento. È una festa della vita, un momento di solidarietà, un richiamo forte alla prevenzione, e soprattutto un segno tangibile che insieme possiamo fare la differenza
Maria Facendola