Tutto nasce da un articolo della rivista Fanpage — nota per le sue inchieste undercover realizzate per portare acqua alle narrazione della sinistra — al quale si è accodata la Cgil, che ha scritto un esposto al Prefetto di Roma per denunciare lo youtuber Simone Ruzzi detto «Cicalone», diventato noto per la sua attività di documentazione delle azioni di microcriminalità che vengono compiuti nella Capitale.
Il sindacato di Maurizio Landini, cogliendo il suggerimento di Fanpage, scrive. «Ci chiediamo perché siano tollerati da forze dell’ordine e dalla vigilanza e dal personale di Atac, che gli permettono di muoversi liberamente per le stazioni filmando quello che vogliono e allontanando i sospetti borseggiatori».
Secondo la Cgil siamo in presenza di «comportamenti inaccettabili da parte dello YouTuber e dei suoi accompagnatori nei confronti di persone additate come intenzionate a compiere furti: dagli atti intimidatori, verbali e fisici, fino a veri e propri inseguimenti tra le scale della metro» che normalizzano «violenza, razzismo e un’idea distorta della legge» per la «promozione di tutti quei valori che rendono una società più inclusiva ed includente, per queste ragioni, nel verificare quanto da noi esposto, Vi chiediamo d’intervenire per contrastare fenomeni di giustizia privata».
Chi è e che cosa fa Cicalone
Simone Cicalone è un appassionato praticante di pugilato che inizia più di 10 anni fa a diffondere contenuti promuovendo la nobile arte con il titolo «scuola di botte», intervistando e allenandosi con pugili locali.
Più recentemente ha realizzato video intervistando «personaggi» delle periferie di Roma e documentando la vita quotidiana di quartieri difficili nella Capitale e in altri capoluoghi come Firenze o Genova.
Ha coperto anche varie manifestazioni, fra le quali un raduno dei no vax, dove ha raccolto le diverse opinioni dei partecipanti, alcune cariche della polizia e la sfilata del gay pride.
Durante il Gay Pride dello scorso anno — quello per il quale la Regione Lazio ha negato il patrocinio —, Cicalone ha documentato anche un bacio sulla bocca di una drag queen ad una bambina, per poi rimuoverlo una volta notata nei commenti la rilevanza penale del gesto.
Lo YouTuber si muove all’interno del corteo con naturalezza e senza fastidio, anzi commentando entusiasta di fronte al nude look imbarazzante di uomini e donne. Un comportamento che evidenzia come il personaggio sia difficilmente collocabile politicamente.
Tornando alla passione per il pugilato, Cicalone è un ammiratore della tradizione pugilistica gitana. In questa veste è andato ad intervistare il pugile Armando Casamonica, che gli ha raccontato delle proprie difficoltà legate al cognome. Con la sua telecamera è entrato, invitato, in numerosi campi Rom della Capitale, dall’Albuccione a via di Salone.
Se negli ultimi tempi Cicalone si è concentrato nel documentare chi borseggia, con destrezza e, a volte, con violenza, è perché detta piaga sociale sta prendendo a Roma un’evidente accelerazione che sfugge anche ai protagonisti dell’informazione.
Le fattispecie penali coinvolte
Il privato cittadino può — e a volte deve — intervenire per impedire un reato o per tutelare l’incolumità altrui. Nel primo caso può procedere ad un arresto tutte le volte si manifesti davanti a lui un reato procedibile d’ufficio, nel secondo è tenuto a prestare soccorso a persone incapaci o vulnerate.
Con la riforma Cartabia il furto con l’aggravante di essere perpetrato in un mezzo pubblico, quindi approfittando della limitata difesa della vittima, non è più procedibile d’ufficio. a ciò discende che non è più possibile per privati cittadini procedere all’arresto del criminale in flagranza di reato.
Ciò non significa che l’azione di chi avverte gli altri passeggeri del pericolo borseggiatori, indicando i potenziali attuatori sia da condannare. Il semplice scoraggiare i presunti autori e farli scendere e desistere, infatti, può essere comunque vista come una proporzionata legittima difesa altrui.
Il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, invece, non sembra applicabile mancando un diritto in contesa tra le parti, dirimibile giudizialmente.
Neanche la violenza privata viene perpetrata, in quanto i protagonisti si limitano ad incalzare i borseggiatori identificati lungo il tragitto delle scale, con domande su come si sentono a colpire persone deboli e indifese, apostrofandoli sulla bassezza di tale condotta.
L’ultimo video è esplicativo
In uno degli ultimi video Cicalone & C ritornano nella Linea A dove ritrovano vecchie conoscenze, già segnalate, dedite a frequentare i vagoni affollati, in cerca di vititme. È eloquente la reazione degli stessi, che scappano in una sorta di guardia e ladri de noantri.
Uno di questi, chiamato affettuosamente Ruben dal gruppo, per le origini sudamericane, prima li minaccia apertamente, poi, dice, proprio al ragazzo di colore che fa parte del team di Cicalone (altro che razzismo), che deve aspettarsi un agguato di quindici persone, mimando il gesto della coltellata.
Le risposte dei personaggi, alcuni travisati, sono quelle di chi conosce i propri «diritti» e sa che le conseguenze di eventuali gesti non hanno conseguenze così gravi.
Una ragazza «intervistata», urla che gli fanno paura tutti quegli uomini, e lo dice quasi col sorriso dell’attrice consumata (in fondo contenta di apparire in rete).
Il peruviano di cui sopra risponde a Cicalone se ha le «evidenze» che lui è un borseggiatore. Una frase studiata, che lascia un attimo perplessi, a cui lo youtuber risponde «e allora perché scappi?».
In realtà l’evidenza l’ha offerta lui minacciando di morte il gruppo, insieme ad altri, sconosciuti, con cui evidentemente fa rete. Ciò dimostra che la pratica del borseggio non è fatta da individui isolati, ma è un racket complesso gestito da organizzazioni malavitose.
Peraltro la minaccia perpetrata dall’individuo finito sotto le telecamere di Cicalone (col volto oscurato, come tutte le persone, diverse da loro, presenti nel video) è da considerarsi aggravata, sia per il simbolismo della coltellata, sia per la segretezza organizzativa supposta (art. 339 cp), e quindi perseguibile d’ufficio. Paradossalmente, proprio nel momento in cui hanno desistito potevano consegnare il personaggio alle autorità.
Un altro elemento è degno di nota, rincorrendo i presunti borseggiatori Cicalone ha recuperato più di un portafoglio lasciato nella corsa dagli inseguiti. Ha filmato un vero e proprio cimitero di documenti, tessere, portafogli, lasciati nei binari dei treni della metropolitana (tanto da fare, alla fine del video, un appello a chi perpetra i furti, di lasciare almeno la refurtiva sulle scale).
La pubblica utilità di Cicalone
Durante i tour con la telecamera, spesso a Cicalone battono il cinque. Si complimentano con lui cittadini di tutte le origini e avventori dei mezzi pubblici di tutte le nazionalità che gli confermano il degrado insopportabile, la paura di reagire e gli indicano i personaggi ormai riconoscibili per la continuità del loro operare nemmeno interrotta da interventi delle autorità e impedimenti penali. Pure Cicalone è riconosciuto da loro e ha già subito alcune aggressioni per i suoi servizi.
Non so se lo youtuber sia iscritto all’ordine dei giornalisti, ma certamente non si può imputare a lui di sostituirsi al servizio pubblico dell’informazione nel documentare il degrado, lo stesso si può dire della sua attività deterrente nei confronti della criminalità.
La sua azione è quella di mettere un faro in situazioni buie, come si dice possa dissuadere un lampione, in più, di notte.
Inoltre, fa da megafono degli eventi che si compiono dandogli rilevanza e avvertendo chi è esposto al pericolo. Certamente, la sua azione non lascia indifferenti e può suscitare interrogativi.
La peggiore reazione è proprio quella mostrata da Fanpage e dai compagni della Cgil: la prima fresca di un’infiltrazione durata un anno per «documentare» qualche saluto romano e qualche battuta fuori luogo maliziosamente provocata. La seconda abituata a parlare di razzismo e fascismo, come di consueto a sproposito.
Il racket del borseggio
Se però tra un’inchiesta e un’altra si leggessero le notizie di Roma, certi giornali scoprirebbero che c’è un precedente rivelatore della misura del problema, risalente agli inizi di aprile.
Una ragazza, Meri Secic, è stata pestata a Termini da due persone e, dato che era incinta, ha dovuto subire un parto d’urgenza oltre che la riduzione delle fratture al volto. Voleva uscire dal giro e, invece, quelle persone volevano da lei 1000 euro al giorno per i borseggi in metropolitana. Una bella organizzazione inclusiva e includente, non c’è che dire.
Se, di fronte questo, un giornalista d’assalto improvvisato si comporta a metà strada tra una Iena e Brumotti (pur non condividendone i modi, Cicalone è infatti andato a intervistare i baby spacciatori di Rozzano dopo l’incursione di Striscia la Notizia), con la differenza di non comparire in tv, non si capisce dove sia il problema.
Certamente il monopolio della forza pubblica è dello Stato, ma i girati integrali e non oscurati possono avere un grande interesse per l’Autorità. Inoltre, la sua presenza non si mette mai in competizione o d’intralcio alla Polizia, e l’ordine pubblico non è mai minato.
L’aggressione alla sua troupe, invece di suscitare il «l’avevo detto» della solita testata, dovrebbe poi fare capire il vulnus di sicurezza dei cittadini, una sensazione sicuramente percepita ma anche statisticamente importante visti i corpi di resto abbandonati nei binari, e che dovrebbe spingere la politica a prendere più di un serio provvedimento invece di discettare di «fascismo del tubo».
Armando Mantuano *avvocato