SEGNI DEI TEMPI /2

Lo psicologo
come educatore emotivo

Sempre più giovani e adolescenti si rivolgono allo psicologo, che da «ultima spiaggia» per le persone in crisi si è trasformato in un «compagno di viaggio» per affrontare con lucidità le sfide del quotidiano.

 

Nel cuore della società contemporanea, tra crisi climatiche, guerre digitali, solitudini urbane e burnout lavorativi, prende sempre più voce una figura che fino a pochi anni fa era spesso ignorata o stigmatizzata: lo psicologo.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), oltre il 15% della popolazione globale soffre di un disturbo mentale, e la depressione è la principale causa di disabilità al mondoOggi, non è più la «ultima spiaggia» di chi non ce la fa, ma un pilastro della salute pubblica, un alleato nella vita quotidiana, un compagno di viaggio per chi vuole capirsi, crescere e affrontare con lucidità le sfide del nostro tempo.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), oltre il 15% della popolazione globale soffre di un disturbo mentale, e la depressione è la principale causa di disabilità al mondo.

Richieste di supporto +30% nel 2024

In Italia, il 2024 ha segnato un aumento del 30% di richieste di supporto psicologico rispetto al 2020, in particolare tra giovani e adolescenti.

Le cause? Isolamento sociale, incertezza economica, precarietà esistenziale, ma anche iperconnessione digitale e crollo dei legami familiari tradizionali.

Lo stereotipo dello psicologo come terapeuta per «casi estremi» è ormai superato. Oggi il suo ruolo si estende ben oltre la clinica: opera nelle scuole, nelle aziende, nei tribunali, negli ospedali, persino nei centri sportivi. Lavora con bambini, adulti, coppie, gruppi. Si occupa di prevenzione, di educazione emotiva, di gestione dello stress, di potenziamento delle risorse personali.

La gestione delle emozioni

La salute mentale, infatti, non riguarda solo l’assenza di malattia, ma la qualità della vita, la capacità di gestire le emozioni, affrontare i cambiamenti e costruire relazioni sane. Così come andiamo in palestra per prenderci cura del corpo, dovremmo andare dallo psicologo per allenare la mente.

Lo psicologo oggi è anche un educatore emotivo. Interviene nelle scuole per insegnare ai ragazzi a dare un nome alle emozioni, nelle aziende per aiutare i team a comunicare meglio, nelle famiglie per prevenire conflitti.

In un tempo in cui si parla molto di intelligenza artificiale, forse è il momento di rivalutare l’importanza dell’intelligenza emotiva. La prevenzione psicologica dovrebbe essere considerata al pari delle vaccinazioni: una protezione anticipata contro sofferenze future.

Chiedere aiuto non è un atto di debolezza, ma di coraggio. Lo dimostrano sempre più giovani che scelgono di intraprendere un percorso psicologico per affrontare l’ansia, la mancanza di senso, la paura del fallimento.

In cerca del benessere mentale

In un’epoca dove tutto è «performance», poter avere uno spazio sicuro dove essere vulnerabili è un «atto rivoluzionario».

Nel 2025, parlare di salute mentale non può più essere un tabù. La figura dello psicologo è oggi una risorsa essenziale per costruire una società più consapevole, empatica e resiliente.

La vera forza di una persona non sta nell’affrontare tutto da sola, ma nel sapere quando e a chi chiedere aiuto.

La sfida dei prossimi anni sarà garantire l’accesso a questo supporto per tutti, indipendentemente dal reddito o dal luogo di residenza. Perché il benessere non è solo fisico. È anche, e soprattutto, mentale.

Maria Facendola

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