A differenza della tempera o dell’olio che sono coprenti, l’acquerello è un colore trasparente. La sua bellezza è la luminosità, è il supporto, il bianco della carta, il tono di massima luce, cioè lì dove non si è passato col colore.
Le stesure dell’acquerello vanno ad approfondire l’immagine e nello stesso tempo a dare i toni via via meno luminosi. Generalmente questa tecnica artistica trasmette un senso di gioia.
L’acquerello è stato utilizzato principalmente dagli artisti del nord Europa e da artisti americani, come il grande Winslow Homer.
La tecnica dell’acquerello
A chi approfondisce la tecnica esso da grandi soddisfazioni e offre possibilità espressive molto diverse. Da un lavoro minuzioso come in quelli di Dürer, forse il primo vero acquerellista, a lavori moderni astratti o espressionistici come quelli di Graubner e Nolde di cui tratto qui di seguito.
Interessante l’utilizzo dell’acquerello nel lavoro dal vero, specie di paesaggio, considerando la sua realizzazione relativamente veloce, senza bisogno di molti materiali.
Grandi artisti nel corso dell’Ottocento e del principio del 900 — e qualcuno anche oggi —, hanno dipinto ad acquerello le vedute delle bellezze delle città italiane, in primis Roma e Venezia.
Apprezzare un acquerello è vedere il modo in cui l’artista abbia risolto l’immagine senza appesantire o «sporcare» il colore. Vedere la sua mano ben allenata e il suo segno sciolto. Non ci sono infatti i rimedi ad un colore finito dove non dovrebbe stare.
Emil Nolde
Tra gli acquerellisti eccellenti ricordiamo Emil Nolde (1867-1956) e Gotthard Graubner (1930-2013).
Il danese Emil Nolde fece parte del gruppo dei pittori del Brucke, gli espressionisti tedeschi.
Con una pennellata decisa e carica di colore egli giunse ad effetti di forte espressività. Soggetti suoi sono le figure ma soprattutto i fiori ed i paesaggi del nord Europa. Un qualunque suo acquerello si riconosce e si distingue per una luminosità ottenuta sperimentando con molta libertà.
Gotthard Graubner
Sembra quasi che Gotthard Graubner, che inizia il suo lavoro metodico con l’acquerello nel 1955, prenda il testimone lasciato dal suo predecessore morto l’anno seguente.
L’artista tedesco, proveniente dalla Germania est e fuggito nel 1954 a ovest, ha a lungo lavorato come insegnante all’Accademia di Duesseldorf.
Attivo in principio in compagnia degli artisti del Gruppo Zero che volevano fare tabula rasa di tutto il passato e cominciare da capo, Graubner portò avanti una ricerca intensa su acquerelli con la superfice interamente dipinta con gli stessi colori, nel continuo ricercare nuove soluzioni espressive. Esiti astratti ma che possono ricordare fiori e spazi indefiniti.
Luigi Caflisch