L’immagine ufficiale della diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma è dedicata a Marcello Mastroianni, del quale ricorrono 100 anni dalla nascita.
La scelta fotografica è quella di Guido Anselmi nel capolavoro 8½ di Federico Fellini, vincitore nel 1964 di due premi Oscar come miglior film straniero e migliori costumi a Piero Gherardi.
Per celebrare Marcello Mastroianni la Fondazione Cinema per Roma — con la direzione artistica di Paola Malanga — ha realizzato convegni e documentari sulla vita e le opere del grande attore italiano.
Tra le iniziative l’invito a Chiara Mastroianni figlia di Marcello e della splendida Catherine Deneuve, a tenere il 16 ottobre una masterclass nella sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica.
Chiara Mastroianni con amorevolezza ha raccontato aneddoti familiari e mostrato alcune foto dall’album di famiglia, fra le quali un’immagine di Marcello Mastroianni, bimbo di 8/9 anni con uno sguardo spiritoso e una postura da adulto, le mani in tasca e sicuro di sé. Al suo fianco la madre con in braccio l’altro figlio Ruggero, che diventerà un apprezzato professionista nel montaggio.
Uno sguardo alle sue radici umili, con valori ben saldi e la voglia di emergere in una nazione devastata dalla guerra. Ricostruire dalle macerie e dare lustro al bel paese.
L’intervista a Chiara Mastroianni
Da quando suo padre sogna di essere attore?
«Mio padre ha iniziato da autodidatta. Si esibiva al teatro universitario, insieme a Giulietta Masina e altri attori divenuti icone del cinema italiano.
Tempo fa ho ritrovato una lettera probabilmente datata nel 1948 dove mio padre era ancora esordiente, molto toccante. Amava il teatro perché l’attore si vede integralmente mentre nel cinema ci sono le varie inquadrature».
Quando è arrivato il cinema?
«Il cinema è arrivato dopo, ha imparato facendo il mestiere di attore. L’incontro con Federico Fellini è stata la svolta decisiva».
I suoi genitori si sono conosciuti nel set di Tempo d’amore del 1971 e hanno lavorato insieme in altri due film (La cagna del 1972 e Suo marito è incinto del 1973). Cosa ricorda di loro due insieme?
«Non ho mai visto i miei genitori come coppia, si sono separati quando avevo due anni, ma ho trovato in loro una grande stima reciproca»
Cosa direbbe oggi suo padre?
«Se mio padre fosse vivo non amerebbe i telefonini ne tantomeno i social. Amava chiamare e parlare al telefono ma non ha mai desiderato rispondere…
A volte sono capitate cose bizzarre. Mi chiamava e subito dopo avermi chiesto come stai, mi domandava le previsioni meteo di Parigi.
Poi ho saputo che quando stava in aeroporto registrava gli annunci dei voli, perché fingeva di essere in viaggio o fuori dalla sua amata Roma dalla quale si allontanava soltanto per lavoro.
Ho sempre osservato mio padre e devo dire che nascondeva un piccolo alone di nostalgia, di inquietudine, essendo nato tra i due conflitti mondiali.
Mio nonno era falegname ma non prese la tessera durante il fascismo e perse tutto. Immagino che non sia stato facile crescere in condizioni precarie. La recitazione è stato un aiuto per mio padre, a sconfiggere i fantasmi e creare una sorta di metamorfosi in cui l’uomo si identifica con il personaggio».
Alla Casa del Cinema fino al 31 ottobre è in corso un’ampia retrospettiva di Marcello Mastroianni nella quale verranno proiettati una cinquantina di titoli. A Chiara Mastroianni la Festa del Cinema dedicherà uno speciale omaggio.
Serena Lamolinara