SALUTE

Vita sana e nuovi farmaci
per contrastare l’obesità

In costante aumento nel mondo, l’obesità non è solo un problema estetico ma una condizione che mette a dura prova l’organismo. Nuovi farmaci possono ora aiutare a combatterla.

 

Negli ultimi decenni, l’obesità è diventata una delle sfide sanitarie più urgenti a livello globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il numero di persone in sovrappeso o obese è triplicato dal 1975, coinvolgendo ormai anche fasce d’età un tempo escluse, come bambini e adolescenti. Ma l’obesità non è solo un problema estetico: è una condizione che mette a dura prova l’intero organismo.

Secondo l'Oms il numero di persone in sovrappeso o obese è triplicato dal 1975, coinvolgendo ormai anche fasce d’età un tempo escluse, come bambini e adolescentiA livello fisico, l’eccesso di peso può causare problemi seri come pressione alta, diabete, dolori articolari e affaticamento. Respirare diventa più difficile, il fegato si affatica, e anche dormire bene può diventare complicato a causa dell’apnea notturna.

Ma non è tutto. Anche il cervello ne risente. Studi recenti dimostrano che chi è obeso rischia di avere cali di memoria, difficoltà di concentrazione e più probabilità di soffrire di depressione o ansia. Inoltre, si può instaurare un circolo vizioso: mangiare per sentirsi meglio, ma sentirsi peggio dopo.

La ricerca al lavoro contro l’obesità

Ferdinando Botero, Picnic, 2001Negli ultimi anni, la medicina ha compiuto enormi passi avanti nella lotta all’obesità, una delle principali emergenze sanitarie globali. A fianco di dieta ed esercizio fisico, oggi si affacciano sul mercato nuovi farmaci sempre più efficaci che agiscono sui meccanismi ormonali che regolano appetito, sazietà e metabolismo.

Uno dei più promettenti in fase sperimentale è Retatrutide, un farmaco sviluppato da Eli Lilly che agisce contemporaneamente su tre recettori: Glp-1, Gip e glucagone. Esso può portare ad una perdita di peso fino al 24% in 48 settimane. Retatrutide lavora su più fronti: aumenta il senso di sazietà, riduce l’appetito e rallenta lo svuotamento gastrico, influenzando positivamente il bilancio energetico.

Altro candidato della ricerca è Vk2735, che ha dimostrato di consentire una perdita di peso significativa – fino all’8,2% in meno di un mese – ed è in sviluppo in due formulazioni: iniezione sottocutanea e compressa, aprendo la strada a una possibile «pillola anti-obesità».

I medicinali già in farmacia

Ma i progressi non si limitano alla ricerca. Sono già disponibili in Italia farmaci autorizzati che stanno rivoluzionando l’approccio terapeutico. Uno di questi è Tirzepatide, noto commercialmente come Mounjaro, che combina l’azione di due ormoni intestinali (Glp-1 e Gip). Iniettato una volta a settimana, ha mostrato risultati sorprendenti, venendo già prescritto per il trattamento sia del diabete tipo 2 che dell’obesità.

Anche il Semaglutide, conosciuto con i nomi commerciali Ozempic e Wegovy, inizialmente destinato al diabete, ha ottenuto l’autorizzazione per l’obesità grazie alla sua efficacia nel controllo dell’appetito. I benefici, secondo studi recenti, andrebbero oltre il peso: alcuni dati indicano effetti positivi anche sulla salute cardiovascolare e sul rischio di malattie neurodegenerative.

Più consolidato, ma ancora largamente prescritto, è il Liraglutide (Saxenda), anch’esso agonista del Glp-1. Viene somministrato ogni giorno per via sottocutanea e rappresenta una soluzione già accessibile per molti pazienti italiani.

Questi farmaci non sono cure miracolose, ma strumenti complementari. I medici sottolineano l’importanza di un approccio integrato: nessun farmaco può sostituire uno stile di vita sano, ma può diventare un alleato prezioso quando dieta e movimento non bastano.

Maria Facendola

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