Le origini di Sessa Aurunca si perdono nella notte dei tempi, quando intorno all’VIII secolo avanti Cristo il popolo degli Aurunci si stabilì nella zona. Ma è dal 300 A.C. che la città diventa importante grazie all’arrivo dei romani che sconfissero i popoli italici del sud.
Sessa Aurunca si trova nell’eccezionale posizione a cavallo tra la via Appia e la via Domiziana ed i prodotti agricoli della sua zona raggiungevano Roma e Capua, rifornendo così alcuni dei centri nevralgici dell’antichità.
Arroccata su un colle di tufo nel corso dei secoli ha poi visto il dominio di tutti i popoli che abitarono la zona ed ognuno ha lasciato un suo ricordo nel borgo a partire dal Ducato Longobardo.
Oggi Sessa Aurunca ha una sua parte moderna ed un suo centro dove è possibile visitare moltissime antiche chiese e tra queste è sicuramente meritevole la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, in stile romanico e baracco, costruita nel 1113 con molti materiali d’epoca romana e la cui facciata è di grande importanza.
Il Castello ducale e l’anfiteatro romano
Tra la costruzioni civili spicca il castello ducale, nato nel X secolo con scopo difensivo si è progressivamente ampliato per ospitare i signori della zona, tra questi per molti secoli la nobile famiglia dei Marzano. Oggi all’interno del palazzo ducale c’è la biblioteca comunale e il Museo Civico Archeologico dove tra i molti reperti rinvenuti in zona ce ne sono anche alcuni della vicina città greco-romana di Sinuessa, sommersa sotto il vicino mare.
Ed in tema di siti antichi Sessa Aurunca merita anche per il suo stupendo anfiteatro romano, reso pubblico e ben conservato solo da inizio anni 2000. Abbandonato nei secoli e sepolto sottoterra fu scavato solo dagli anni Venti del ‘900 e pochi anni fa è stato restituito nel suo splendore, risultando peraltro il secondo teatro più grande della Campania di epoca romana.
Notevole affianco al teatro anche il criptoportico, forse utilizzato dagli artisti per i cambi di scena ed aperto al pubblico solo dieci anni fa.
Due inquietanti architetture moderne
Oltre alla storia ci sono anche alcune architetture moderne interessanti come la centrale nucleare del Garigliano, monumento di archeologia industriale, che fu aperta per pochi anni quando in Italia si poteva produrre quel tipo di energia ed è da alcuni anni soggetta a bonifica.
Grande curiosità da pochi anni c’è anche intorno alla base Nato Proto. Scavata nel vicino monte Massico nel 1950, era progettata per resistere a qualsiasi tipo di attacco, anche chimico, ed ospitare in caso di guerra mondiale il comando della flotta americana di stanza nel Mediterraneo.
Era una base cosiddetta «segreta» ma in realtà la sua esistenza era nota tra gli abitanti ed i contadini della zona. Dopo il suo abbandono qualcuno è riuscito persino a visitarla.
Le produzioni alimentari di eccellenza
Del resto, il Monte Massico e le sue pendici vicine l’antico borgo di Sessa Aurunca sono note per alcune produzioni d’eccellenza della zona.
Innanzitutto, la mozzarella di bufala con forse i migliori caseifici dell’agro aversano che producono questa varietà sapida, che a lungo è stata definita oro bianco per l’ampia commercializzazione a livello nazionale che ha avuto.
Fase d’oro poi terminata a causa del forte inquinamento ambientale della zona, costellata purtroppo di discariche abusive.
Altro prodotto d’eccellenza è il vino Falerno del Massico, l’antico falernum dei romani. Notevole la zona anche per la produzione della varietà di pesche detta percoche, gialle, saporite e piene di polpa.
Il litorale con Baia Domitia
Sessa Aurunca ha anche un litorale marino che a lungo è stato solo una grandissima palude, il famoso pantano di Sessa ma che negli anni ’60 del Novecento fu bonificato ed oggetto di una grande opera di riqualificazione che rese accessibile la bellissima spiaggia di sabbia e la pineta secolare.
Così nacque la frazione di Baia Domizia che nei piani originali doveva avere un grande porto turistico ed altre importanti opere pubbliche. Nella realtà divenne una grande lottizzazione per ville ed alberghi, che inizialmente competeva anche con Capri per vita estiva e notturna. Notevole anche la presenza internazionale dopo che i sindacati svedesi comprarono un’intera area divenuta nota come villaggio svedese ed oggi camping aperto a tutti.
Purtroppo, l’area cambiò completamente dopo il terremoto del 1980. Moltissime case furono occupate dai senzatetto e molti pregiudicati di camorra presero casa in zona abbassando notevolmente la qualità della vita e dei luoghi.
Recentemente Baia Domizia ha ripreso un po’ di quota ed il turismo dalle provincie campane è cominciato a tornare. Del resto, il litorale rimane molto bello, ampio e spazioso ed ideale per le famiglie con figli piccoli. Una bella gita fuori stagione può essere l’occasione per conoscere Sessa ed i suoi dintorni così vari ed interessanti.
Domenico Chirico